dal venerdì al sabato ore 21.00 – domenica ore 17.00
biglietti: interi 15 euro, ridotti 12 euro

La Signora Sandokan
28 Maggio - 30 Maggio

La prima tra:

La mattina del 26 Aprile 1911 “La STAMPA” di Torino titolava in cronaca:
Emilio Salgari si è ucciso a colpi di rasoio. Quanti sono a conoscenza dei particolari biografici e dell’immensa produzione di Emilio Salgari? Scrisse più di ottanta romanzi, circa cento racconti.
Compagnia
Sinossi
Lascia con il suo gesto quattro figli e una moglie; Ida Salgari che sarà ricoverata nel Regio Manicomio, reparto indigenti.
Ida parla con un’infermiera invisibile. Grida e implora, minaccia e prega.
Apre squarci sulla vita intima dello scrittore, sul suo modo di lavorare, l’alcol, il rapporto tormentato con gli editori, le sue mitomanie, le infedeltà, le innegabili dolcezze.
Lei che aveva conosciuto la Belle Epòque e si era innamorata di uno scrittore che aveva all’epoca un successo enorme.
Aveva collaborato a stilare, scrivere con lui quell’immaginario ossessivo fatto di corsari, battaglie, gli assalti, la critica a certo colonialismo, una visione a ritroso che ci proietta verso una tirannide della vita quotidiana.
Sul tavolino sbilenco dove lavorava il suo Emilio, lei è un piccolo animale domestico, osservata dal dottor Emilio Herr, psichiatra che assieme a lei è pungolato, scosso, racconta, vive, freme, soffre, Ida delira, vuole aiutare il marito a rispettare gli impegni con gli editori.
Pagato a còttimo. Più pagine consegni più paga avrai.
Salgari, tra miseria e dissipazione, il disordine domestico, i figli, il turbine della fantasia prodigiosa.
Una vita d’artista, straordinaria, immaginosa e vulnerabile, faticosa e disperata di cui Ida ne è la cronista e testimone.
Con un linguaggio che mescola all’italiano accenti di verità padano - venete, questa donna ci offre il ritratto di uno scrittore che fuori da apparati ufficiali ha saputo conquistare il cuore di molte generazioni di lettori. Non solo italiani.
Le esplorazioni esotiche, i tragitti obliqui, le infedeltà coniugali, esaltazione, identificazione con i densi fantasmi del sogno.
Ecco il teatro: far vedere quello che non è visibile.
Raccontiamo il lavorìo smisurato dissennato di uno scrittore che non è mai uscito dall’Italia, non è mai stato in un villaggio malese, non è stato in groppa a un cammello del Sahara.
Attraverso una scena semplice-brigantino navale dentro il manicomio proiezioni, ombre cinesi, figurazioni danno corpo e visione oltre alle parole delle navigazioni nel Pacifico, i cannibali, la Malesia Orientale, l’isola di Mindanao, Sandokan, i predoni, le tigri, i fantasmi splendenti.
Follia, follia sua, follia vibrante diagnosticata dal dottore.
Visione occidentale dello scienziato: razionale, morale, misurata; contro quella orientale dello scrittore: mistero, segreto, seduzione, eccesso inebriante.
L’esotico, l’altrove, il viaggio è dentro la nostra testa, è il colpo d’occhio e la verità del Teatro.
Come spiegare la fantasia?