ore 21.00
Domenica ore: 17:00
prezzo biglietto: 15 euro – ridotto: 12 euro
(bar aperto per aperitivo dalle 19.00)
ore 21.00
Domenica ore: 17:00
prezzo biglietto: 15 euro – ridotto: 12 euro
(bar aperto per aperitivo dalle 19.00)
IO NON SONO GRANTURCO
Di Antonio Mocciola
Regia Giorgia Filanti
con Serena Borrelli e David Marzi
Nell’anno che ha cambiato la storia del mondo, il 2001, si svolge il dramma di Hassan Shafei, 30 anni, che finisce nel mirino dell’FBI per sospetto collaborazionismo con Al – Qaeda dopo le stragi dell’11 settembre, e – come tanti colpevoli, ma anche altrettanti innocenti – finirà nel carcere “preventivo” di Guantanamo in attesa di un processo che non arriverà mai. Sperimenterà le torture degradanti per “cavare” la verità, non diversamente da quelle che subivano le streghe nel ‘600, o gli eretici, o tutti i soggetti scomodi o pericolosi, o solo sospettati.
Nella prima parte Hassan, mauritano, residente in America da un anno, subisce un interrogatorio ficcante e destabilizzante da parte di un’agente dell’Fbi, Gwenda Carter, una donna dura e cinica che ribalta il ruolo dei sessi con compiaciuto cinismo, mentre il ragazzo comincia a perdere le certezze di una legge giusta, essendogli negati avvocati e persino traduttori. Non avendo ottenuto risposte, visibilmente indispettita, l’agente lo ammanetta e gli impone delle cuffie auricolari, consegnandolo all’arresto preventivo. Nella seconda, ormai privato di tutto, dagli abiti civili ai documenti, incatenato e con una cuffia alle orecchie che lo isola – ma che lo inonda anche di stordente musica alle orecchie come pervasiva tortura – racconterà frammenti del suo isolamento, e sprazzi della sua vita passata. Non poteva che essere una donna acuta – meglio, acuminata – come Giorgia Filanti a dirigere questo mio tentativo di raccontare il disagio, lo sgomento, lo sperdimento di un uomo reso fragile dalle circostanze di fronte ad un altro essere, che perde – ma solo a intermittenza – l’elemento umano. In un’angosciante altalena di speranze e terrore, si perde il senso di una giustizia giusta, e saltano tutti gli equilibri, a cominciare – perché no – da quelli sessuali, in cui l’estremo pudore mediorientiale si scontra frontalmente con il disinibito cinismo occidentale.
Nei postumi dell’11 Settembre 2001, come conseguenza dell’aumentare del livello di minaccia alla sicurezza nazionale, più di 700 individui furono detenuti con il sospetto di attività terroristiche. 515 erano stranieri ed in seguito deportati 4 erano cittadini americani. A tutti è stato negato un giusto processo.